Italo Birocchi - Massimo Brutti (curr.), Storia del diritto e identità disciplinari: tradizioni e prospettive, Torino, Giappichelli, 2016 - indice
Il volume raccoglie gli atti dei convegni (Roma, 16 ottobre 2015 – Milano, 19-20 novembre 2015) pensati unitariamente e organizzati dalla Società di storia del diritto per riflettere sulla tradizione delle discipline storico-giuridiche dall’Unità d’Italia ad oggi e sulle loro prospettive nell’Università e nella società in questa accelerata fase di cambiamento. Tenendo presente l’intreccio inscindibile tra didattica e ricerca, l’analisi storica si è sviluppata come una sorta di autocoscienza non celebrativa, che ha riguardato la costruzione dei paradigmi disciplinari (contenuti dell’insegnamento, strumenti, maestri e scuole, temi di ricerca) nei quattro momenti che è parso di poter individuare e che riguardano partitamente gli anni fino alla prima guerra mondiale (I), il periodo del fascismo (II), la prima fase della democrazia repubblicana (1945-1970) (III) e l’età ultima della Università di massa (IV). Anche in un’ottica comparatistica che ha guardato all’esperienza degli altri Paesi, la riflessione sulle prospettive ha preso in considerazione il ruolo delle discipline storico-giuridiche nella formazione odierna del giurista, i problemi della ricerca (ampliamento dei temi, orizzonti territoriali universali, interesse crescente verso la contemporaneità e tendenza alla specializzazione, con spinte “efficientistiche” in parte perverse per i criteri di valutazione che vanno prevalendo) e il rapporto con le altre materie della Facoltà legale e con le altre discipline storiche.
Il volume raccoglie gli atti dei convegni (Roma, 16 ottobre 2015 – Milano, 19-20 novembre 2015) pensati unitariamente e organizzati dalla Società di storia del diritto per riflettere sulla tradizione delle discipline storico-giuridiche dall’Unità d’Italia ad oggi e sulle loro prospettive nell’Università e nella società in questa accelerata fase di cambiamento. Tenendo presente l’intreccio inscindibile tra didattica e ricerca, l’analisi storica si è sviluppata come una sorta di autocoscienza non celebrativa, che ha riguardato la costruzione dei paradigmi disciplinari (contenuti dell’insegnamento, strumenti, maestri e scuole, temi di ricerca) nei quattro momenti che è parso di poter individuare e che riguardano partitamente gli anni fino alla prima guerra mondiale (I), il periodo del fascismo (II), la prima fase della democrazia repubblicana (1945-1970) (III) e l’età ultima della Università di massa (IV). Anche in un’ottica comparatistica che ha guardato all’esperienza degli altri Paesi, la riflessione sulle prospettive ha preso in considerazione il ruolo delle discipline storico-giuridiche nella formazione odierna del giurista, i problemi della ricerca (ampliamento dei temi, orizzonti territoriali universali, interesse crescente verso la contemporaneità e tendenza alla specializzazione, con spinte “efficientistiche” in parte perverse per i criteri di valutazione che vanno prevalendo) e il rapporto con le altre materie della Facoltà legale e con le altre discipline storiche.