Dalla fine dell’Ottocento gli storici del diritto dispongono di molti strumenti per confrontarsi, specialmente a livello continentale, con i colleghi della disciplina (soggiorni di studio, collaborazioni a riviste, convegni, recensioni). Questo libro raccoglie sei saggi di storici del diritto europei – Pio Caroni (Svizzera), Wilhelm Brauneder (Austria), Joachim Rückert (Germania), Italo Birocchi (Italia), Carlos Petit (Spagna), Jean-Louis Halpérin (Francia) – che si sono formati nei decenni successivi alla guerra e che qui raccontano liberamente la propria interpretazione della storia del diritto del rispettivo Paese come individualmente vissuta.
I testi raccolti non hanno alcuna pretesa di rappresentatività e hanno invece carattere assolutamente personale. La disomogeneità è, se non voluta, almeno prevista in partenza: diverse sono le sensibilità, differenti gli ordinamenti e le culture specifiche in cui le varie storie si sono svolte sicché le singole testimonianze – ed è una fortuna – non sono fatte a ricalco l’una dell’altra. Ma il lettore troverà anche tanti problemi comuni e una certa aria di famiglia come in un tessuto multicolore fatto di fili che si intrecciano. Si passano in rassegna e si incrociano maestri, scuole, curricula, indirizzi storiografici che hanno segnato la cultura europea.
Lungi dal voler proporre un’azione nostalgica e ancor meno suggerire che la storiografia giuridica di quel passato fosse di più alta levatura di quella odierna, il libro intende riaffermare il valore della memoria e del confronto per comprendere la cultura di oggi.
I testi raccolti non hanno alcuna pretesa di rappresentatività e hanno invece carattere assolutamente personale. La disomogeneità è, se non voluta, almeno prevista in partenza: diverse sono le sensibilità, differenti gli ordinamenti e le culture specifiche in cui le varie storie si sono svolte sicché le singole testimonianze – ed è una fortuna – non sono fatte a ricalco l’una dell’altra. Ma il lettore troverà anche tanti problemi comuni e una certa aria di famiglia come in un tessuto multicolore fatto di fili che si intrecciano. Si passano in rassegna e si incrociano maestri, scuole, curricula, indirizzi storiografici che hanno segnato la cultura europea.
Lungi dal voler proporre un’azione nostalgica e ancor meno suggerire che la storiografia giuridica di quel passato fosse di più alta levatura di quella odierna, il libro intende riaffermare il valore della memoria e del confronto per comprendere la cultura di oggi.