Storia del diritto medievale e moderno
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Emilio Lussu giurista (1910-1927) - di Italo Birocchi

3/7/2020

 
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Non è usuale considerare Emilio Lussu sotto l’angolazione giuridica. Gli interrogativi si affollano: perché si avviò allo studio del diritto? Come intraprese la via dell’avvocatura, che allora racchiudeva un’élite prestigiosa, intermediaria tra istituzioni e società civile? In che modo utilizzò il bagaglio di preparazione nelle tormentate vicende del primo dopoguerra e dell’avvento del fascismo? E in conclusione: lo si può definire un giurista?
Non vale discettare di etichette, ma di certo, come in tutte le cose che ha fatto, Lussu ha interpretato a modo suo e da protagonista anche la dimensione giuridica.
Del capitano della Brigata Sassari viene qui esaminata l’esperienza nel periodo ‘cagliaritano’ (1910-1927). Essa comprende la formazione presso la Facoltà di Giurisprudenza (corsi ed esami, maestri, incontri con colleghi che saranno ora compagni di lotta, ora avversari). Nel teatro di guerra e al rientro nell’isola prosegue con l’enucleazione della visione autonomista, quale affrancamento da vincoli di sottomissione e liberazione delle energie intellettuali e produttive. Si sviluppa ulteriormente attraverso l’esercizio della professione legale, in una duplice veste: dell’avvocato che operava nello studio (la sua biblioteca e il sodalizio con il ‘sostituto’ e amico Calabresi) e nelle aule del Tribunale, entro gli spazi sempre più ristretti lasciati dalla dittatura fascista; e dell’avvocato combattuto dal regime fino all’invio al confino di Lipari.
Combattuto, ma non sopraffatto nemmeno quando il regime lo cancellò dall’albo degli avvocati: anche nei tempi della dittatura restò ferma la sensibilità dell’homo civilis che si fece militante per la democrazia.

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    sito di informazione su temi di storia giuridica a cura di
    ​paolo alvazzi del frate (univ.roma tre) 
    paolo.alvazzi@uniroma3.it​

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